L’estratto dell’atto di morte ed il certificato, si attestano come documenti attraverso cui di verifica l’evento del decesso. Nonostante sembrino molto simili, esistono di fatto differenze contenutistiche, legate soprattutto alle modalità di rilascio. Ma, prima di entrare dentro le specificazioni è bene dare qualche definizione generale. L’atto di morte infatti è, per chi non lo sapesse, un documento che attesta la morte di una persona e che possiede al suo interno le informazioni che si possono trovare nel registro dello stato civile. La denuncia di morte deve essere realizzata all’ufficio di stato civile in un tempo che va entro le 24 ore dal decesso. All’interno di questo documento devono essere inseriti il nome, il cognome del defunto, il giorno e l’ora della morte, il luogo, la data di nascita e la cittadinanza del defunto. Da questo documento estremamente compresso si possono ottenere documenti come il certificato di morte, l’estratto dell’atto di morte e la copia dell’atto stesso.
L’estratto di morte: cosa descrive?
Diversamente dal certificato di morte, l’estratto è un documento che certifica la morte della persona in relazione all’evento. All’interno di questo documento si possono individuare informazioni utili per descrivere l’evento, come il nome, il cognome, la data e il comune all’interno del quale il decesso è avvenuto. L’estratto ha al suo interno, al di là delle informazioni anagrafiche, anche il nome del coniuge, la maternità e la paternità. Questo documento però, precisiamo, che serve principalmente a dimostrare il luogo, la data di morte ed altre eventuali annotazioni presenti sull’atto.
Il contenuto del certificato
Sul piano contenutistico il certificato non è valido se non sono presenti: le generalità del defunto, il suo stato civile, il luogo e la data del decesso e il numero dell’atto (insieme alla parte e alla serie). All’interno dell’atto di morte è di fatto possibile inserire la parentela su richiesta del richiedente nel caso in cui fosse necessario esercitare diritto o doveri derivanti dallo stato di legittimità o di filiazione. Questo vale per esempio nel caso in cui sia necessario riconoscere dei figli naturali o legittimi. Questi certificati hanno una validità temporale circoscritta su tutto il territorio nazionale: questi possono essere rilasciati però a chiunque ne faccia richiesta.
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